Dopo la morte del loro primogenito a Londra, gli ebrei Adam (Ciarán Hinds) e Asya (Juliet Aubrey) cercano di costruirsi una nuova vita in Israele. Quando nelle loro vite irrompe il francese Gabriel (Stuart Bunce), Asya sembra trovare una nuova vitalità, e si lega a lui, favorita dal marito. Intanto Na'im (Erick Vasquez), arabo, intreccia una relazione con Dafi (Clara Bryant), figlia adolescente di Adam e Asya. Faenza si addentra nelle tensioni israelo-palestinese attraverso un dramma patinato tratto dal romanzo L'amante di Abraham B. Jehoshua, relegando le spinose problematiche socio-culturali a una presenza marginale. Le vicende sentimentali, che dovrebbero sollevare ferite sia per Arya con Gabriel, sia per Na'im con Dafi, si limitano a scorrere senza coinvolgere, mentre i dialoghi prevedibili cercano di esprimere in maniera didascalica le emozioni dei protagonisti. L'immagine sembra subordinata alla parola a causa di un deficit nella resa cinematografica, impantanata in uno stucchevole mix di dramma e sentimentalismo. Invece di suscitare tenerezza, il ballo tra Na'im e Dafi , svilito ancor di più dalle voci di commento dei due, sembra uscito da un film adolescenziale. Decisamente poco riuscite anche le scene oniriche, che vorrebbero trasmettere ansia ma, in realtà, appaiono ridicole. Scritto a quattro mani dal regista insieme a Sandro Petraglia.