Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante
The Cook, the Thief, His Wife & Her Lover
1989
Paesi
Gran Bretagna, Francia
Generi
Drammatico, Grottesco
Durata
124 min.
Formato
Colore
Regista
Peter Greenaway
Attori
Richard Bohringer
Michael Gambon
Helen Mirren
Alan Howard
Tim Roth
Ciarán Hinds
Cliente abituale del raffinato ristorante londinese "Le Hollandais", di cui è proprietario insieme all'astuto chef francese Richard (Richard Bohringer), il triviale, sboccato ma elegante Albert Spica (Michael Gambon) è a capo di una banda di eccentrici criminali. Durate una delle tante sere passate nel locale, sua moglie Georgina (Helen Mirren), costretta a subire non poche umiliazioni dal marito, si invaghisce del pacato libraio Michael (Alan Howard). Sarà l'inizio di una agghiacciante spirale di morte e vendetta. Una delle opere più armoniose, limpide e cristalline di Peter Greenaway, ammirevole per densità di significati simbolici (potere, sopraffazione, violenza, volgarità) e per ricercato impianto visivo. L'intransigente sperimentalismo enciclopedico degli esordi lascia qui il posto a un sublime concerto audiovisivo in cui musica e immagini si fondono per ricreare un allegorico "teatro del sangue" che rende tangibile la corporalità dell'essere umano. Al sesso e alla morte, costanti nella poetica del regista gallese, si aggiunge qui la presenza del cibo come supremo, mostruoso, surplus consumistico di una classe borghese che si nutre di se stessa in uno scenario da girone infernale. Pur nella sua geniale demistificazione della cultura perbenista, è esemplare il totale disinteresse per qualsiasi riferimento alla condizione socio-politica dell'epoca, quando il cinema britannico brulicava di registi "operai" pronti a riempire di ideologia le proprie pellicole. Cinema puro in veste di lugubre rituale sanguigno ma distaccato, in cui il Tempo (che riflette il decadimento delle cose e la caducità del corpo, ovvero la morte) è subordinato allo Spazio, estensione delle potenzialità della pittura. Straordinario lo studio formale, in cui cromatismi e interazioni dei piani spaziali all'interno dell'inquadratura tendono allo splendore plastico-figurativo della pittura fiamminga e barocca. La staticità ipnotica della messinscena è sublimata da geometrici quanto avvolgenti movimenti di macchina che scivolano trasversalmente (con lunghi carrelli) tra le dimensioni parallele (sala del ristorante, cucina, toilette) in cui assumono significato i gesti dei personaggi. «Uno sguardo a occhi aperti sulla crudeltà, sulla rapacità e sullo sfrenato egoismo dell'uomo, un'avventura sul terreno delle ossessioni meno confessabili, che ci spaventano, sgomentano, scandalizzano e disgustano, ma che ci tormentano tutti» (Peter Greenaway). Fotografia: Sacha Vierny. Musiche: Michael Nyman. Costumi: Jean-Paul Gaultier. L'enorme quadro che domina la sala del ristorante è Il banchetto degli ufficiali della guardia civica di San Giorgio (1616) del pittore olandese Frans Hals.
Maximal Interjector
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