Trash – I rifiuti di New York
Trash
1970
Paese
Usa
Genere
Drammatico
Durata
110 min.
Formato
Colore
Regista
Paul Morrissey
Attori
Joe Dallesandro
Holly Woodlawn
Jane Forth
Michael Sklar
Sissy Spacek
Joe (Joe Dallesandro) è un drogato impotente, e Holly (Holly Woodlawn) è la sua compagna. In realtà quest'ultima è un travestito, che si fingerà addirittura incinta per mettere le mani su un agognato sussidio. Anche in questo film, come nel precedente Flesh (1968), Joe Dallesandro, protagonista divenuto icona della comunità queer, si chiama semplicemente Joe, a riprova della volontà di Morrissey di non mettersi mai in posa, di rifiutare qualsiasi costruzione cinematografica che non sia grezza, ruvida e istantanea. La sua opera seconda sembra nuovamente un film fatto in casa, senza filtri, girato non a caso nel corso di otto sabati pomeriggio. Prodotto ancora da Andy Warhol, padrino artistico di Morrissey, Trash – I rifiuti di New York è però un passo indietro non da poco rispetto al film precedente, perché la rappresentazione del degrado è fine a se stessa, e l'assenza di una narrazione forte è in questo caso un gap mostruoso, impossibile da colmare. Morrissey vorrebbe infondere un po' di vita ai suoi personaggi, e dal punto di vista emozionale non è un automa come il suo mentore Warhol, ma le intenzioni non bastano e il suo film non è certo Panico a Needle Park (1971) di Jerry Schatzberg, di cui sembra la versione storpia e deficitaria. Interessante il doppiaggio italiano, realizzato da Pasolini quattro anni dopo la realizzazione del film, che usò solo voci non impostate, prese dalla strada e senza studi di dizione alle spalle: un'operazione che evidentemente intendeva restituire con coerenza la natura sottoproletaria dello spaccato di partenza, ma la distanza geografica e culturale è troppo elevata per garantire il successo dell'operazione. Presentato alla Settimana Internazionale della Critica del Festival di Cannes 1971.
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