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Centro!
Straight Shooting
Durata
57
Formato
Regista
L'arrogante allevatore Thunder Flint (Duke R. Lee) dichiara guerra al contadino Sweet Water Sim (George Berrell) che, con i figli Joan (Molly Malone) e Ted (Ted Brooks), non vuole lasciare la terra per cui lotta da anni: Cheyenne Harry (Harry Carey), assunto per terrorizzare i Sim, passa presto dalla loro parte e, con l'aiuto di alcuni banditi, li aiuta a contrastare Flint.
Considerato l'esordio di John Ford nel lungometraggio (seppur sia di "soli" 57 minuti), Centro! è il primo di una serie di western dell'epoca del muto incentrati sul personaggio di Cheyenne Harry (già protagonista di corti fordiani precedenti). Il primo attore feticcio del regista, Harry Carey (alla cui caratteristica gestualità renderà omaggio John Wayne nel finale di Sentieri selvaggi, del 1956, sempre di Ford), interpreta il classico cowboy/fuorilegge che si trasforma in eroe prendendo le parti degli indifesi contro i prepotenti. Ampio uso degli iridi (quando l'immagine è circondata da un diaframma nero) per sottolineare l'espressività dei personaggi e una certa efficacia nelle scene d'azione: il cinema di Ford, ancora del tutto acerbo, sta cercando la sua dimensione, in attesa di raggiungere l'epicità e il rigore stilistico che caratterizzeranno le opere future.
Considerato l'esordio di John Ford nel lungometraggio (seppur sia di "soli" 57 minuti), Centro! è il primo di una serie di western dell'epoca del muto incentrati sul personaggio di Cheyenne Harry (già protagonista di corti fordiani precedenti). Il primo attore feticcio del regista, Harry Carey (alla cui caratteristica gestualità renderà omaggio John Wayne nel finale di Sentieri selvaggi, del 1956, sempre di Ford), interpreta il classico cowboy/fuorilegge che si trasforma in eroe prendendo le parti degli indifesi contro i prepotenti. Ampio uso degli iridi (quando l'immagine è circondata da un diaframma nero) per sottolineare l'espressività dei personaggi e una certa efficacia nelle scene d'azione: il cinema di Ford, ancora del tutto acerbo, sta cercando la sua dimensione, in attesa di raggiungere l'epicità e il rigore stilistico che caratterizzeranno le opere future.
