Il tassista Pietro Marchetti (Alberto Sordi), durante un turno di notte, assiste per caso a un omicidio: decide così di scappare con la moglie negli Stati Uniti, dove risiede loro figlio Francesco. Qui vivrà sotto copertura e, oltre a dover cambiare identità, tornerà a fare il suo vecchio mestiere.

Debole sequel de Il tassinaro (1983), firmato dallo stesso Alberto Sordi. La trama avanza pretese da poliziesco ma il risultato è una vicenda totalmente irreale che non riesce neanche a fare della comicità dell'attore romano il proprio punto di forza. Trionfo di spaghetti all'amatriciana, conditi con battute mezzo americane e mezzo italiane, che, oramai, non fanno più ridere. Gag già viste e alquanto ripetitive, insistenti sul cliché dell'italiano paesano e caciarone sguinzagliato all'avventura in America, per uno dei lungometraggi più scialbi dell'intera carriera dell'attore-regista romano.
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