Nei giorni della breccia di Porta Pia, il principe Don Prospero (Ugo Tognazzi), fervente sostenitore della Roma papalina, offre rifugio a Don Alfonso dell'Aquila d'Aragona (Vittorio Mezzogiorno), un ufficiale borbonico che ha appena ucciso un bersagliere parigrado. La vicenda si complicherà ulteriormente quando Don Prospero scoprirà che il bersagliere ucciso era suo figlio Urbano (Ricky Tognazzi).

A soli tre anni da In nome del Papa Re, Luigi Magni torna pedantemente a raccontare la Roma risorgimentale attraverso le disavventure di una famiglia in fase di sgretolamento. Innamoramenti non ricambiati, sotterfugi e dispetti caratterizzano l'intera durata del film, in un crescendo di patetismo e anticlericalismo ormai abusati nella filmografia del regista. Al di là degli interpreti, tra i quali spicca Ugo Tognazzi, il resto è un dramma in costume mal sceneggiato e poco curato, dimenticabile rispetto la media. Le storiche collaborazioni di Magni con Trovajoli alle musiche e Mirisola a costumi e scenografie, non possono nulla contro la soporifera sequenza della liberazione della capitale.
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