La bestia

Il marchese Pierre de L'Espérance (Guy Tréjan) vorrebbe che il deforme figlio Mathurin (Pierre Benedetti) sposasse la ricca ereditiera Lucy (Lisbeth Hummel). Quando la ragazza si reca al castello del marchese, fa la conoscenza della vicenda di Romilda: un'antenata della famiglia (Sirpa Lane) aveva combattuto una bestia vorace e assetata di sesso, che Lucy incontrerà nei sogni, dove si identifica proprio in Romilda, terrorizzata – e infine compiaciuta – dalla lussuria dell'animale.

Il film più famoso del polacco Walerian Borowczyk è anche quello che più ha ridefinito la percezione culturale del suo autore nei confronti del pubblico. Quella che potrebbe essere sbrigativamente definita come pornografia d'autore nasconde in realtà sottotesti più fantasiosi, irriverenti e calibrati. Il film, che sa di essere innegabilmente eccitante, stimola più d'un ragionamento, pur non trascurando la componente fisica. Il sesso di Borowczyk, con un asterisco particolare per La bestia, è licenzioso e petulante, derivativo e popolare, raffinato ma sporco di terra. Il voyeurismo (Lucy che fotografa gli equini che copulano) diventa onirismo (i sogni ricorrenti che conducono alla masturbazione), e appropriazione di un godimento che attraversa strutturalmente – e trasversalmente – secoli e barriere. Un'opera goduta, di innegabile forza. E artisticamente libera.