Tre racconti di vendetta femminile attraversano, trasversalmente, epoche storiche differenti. Le protagoniste sono: Margherita (Marina Pierro), amante scaltra e avvelenatrice di Raffaello Sanzio (François Guétary); Marceline (Gaëlle Legrand), che stravolge e distrugge, per vendetta, il proprio nucleo famigliare; Marie (Pascal Christophe), che si libera dai vincoli borghesi e matrimoniali grazie all'aiuto di un "amico" fedele.

Tra i lungometraggi del polacco Walerian Borowczyk dedicati alla sfrenata lotta libertaria – assecondata però a giudizi e influssi del maschio – Tre donne immorali? è uno dei risultati meno significativi. Nonostante la riflessione del regista risulti di innegabile profondità e di interessante impatto visivo, l'opera si lega eccessivamente a Racconti immorali (1974) (forse anche per la presenza di André Pieyre de Mandiargues, lì come fonte letteraria, qui come autore del soggetto del secondo episodio). Il risultato è trionfale dal punto di vista tecnico, indulgente da quello filosofico: i ragionamenti sulla vendetta non superano il vessillo estetico che, per quanto comprensibile, non costituisce un solido baluardo di salvezza per il film intero. E l'antologia di Walerian Borowczyk, meno sporcaccione che altrove, diventa presto olografica consapevolezza del proprio talento, e della forza delle storie raccontate. In questo caso, però, non basta.
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