Il capitalista
Has Anybody Seen My Gal
Durata
88
Formato
Regista
Fine anni Venti. L'anziano e burbero milionario Samuel Fulton (Charles Coburn), iniziando a sentire il peso degli anni a causa della salute ormai precaria, decide di lasciare i propri averi alla famiglia di una sua ex fiamma, non avendo altre persone care a cui pensare per l'eredità. Si trasferisce, sotto mentite spoglie, nella cittadina dei fantomatici beneficiari e studia la loro reazione in seguito all'inaspettata donazione di 100.000 dollari.
Pimpante e scorrevolissima commedia made in Usa che, grazie all'effervescente sceneggiatura di Joseph Hoffman (basata su un soggetto di Eleanor H. Porter) e alla raffinata regia di Sirk, supera i limiti della sit-com e diventa una garbata pellicola per famiglie di contagioso ottimismo. Buoni sentimenti, messaggio incoraggiante secondo cui i soldi non sono tutto nella vita ed esaltazione della famiglia sono ingredienti che sarebbero potuti diventare stucchevoli ma che, in realtà, appaiono ben integrati al contesto zuccheroso dell'opera. E le parentesi musicali, mai invasive, donano quella grazia sconosciuta a tante pellicole dello stesso genere. Attori in forma, con un Coburn scatenato che fa il verso a Charles Laughton. Notevole il contributo del Technicolor di Clifford Stine che, fotografando il Vermont nei caldi colori autunnali e sotto una coltre di neve invernale, restituisce quell'atmosfera ovattata tipica dei mélo che Sirk realizzerà negli anni successivi. Datato nei riferimenti socio-politici, rimane un delizioso ritratto d'epoca con scene e costumi deliziosi.
Pimpante e scorrevolissima commedia made in Usa che, grazie all'effervescente sceneggiatura di Joseph Hoffman (basata su un soggetto di Eleanor H. Porter) e alla raffinata regia di Sirk, supera i limiti della sit-com e diventa una garbata pellicola per famiglie di contagioso ottimismo. Buoni sentimenti, messaggio incoraggiante secondo cui i soldi non sono tutto nella vita ed esaltazione della famiglia sono ingredienti che sarebbero potuti diventare stucchevoli ma che, in realtà, appaiono ben integrati al contesto zuccheroso dell'opera. E le parentesi musicali, mai invasive, donano quella grazia sconosciuta a tante pellicole dello stesso genere. Attori in forma, con un Coburn scatenato che fa il verso a Charles Laughton. Notevole il contributo del Technicolor di Clifford Stine che, fotografando il Vermont nei caldi colori autunnali e sotto una coltre di neve invernale, restituisce quell'atmosfera ovattata tipica dei mélo che Sirk realizzerà negli anni successivi. Datato nei riferimenti socio-politici, rimane un delizioso ritratto d'epoca con scene e costumi deliziosi.