Jonathan Lansdale (Michael Caine) è un fumettista che, a causa di un incidente d'auto, perde la sua mano destra, con la quale si guadagnava da vivere. L'accaduto avrà delle conseguenze anche sul suo matrimonio, già non felicissimo, ma quando la mano ricomparirà misteriosamente, la sua vita assumerà una tinta più sinistra.

Oliver Stone, alla sua seconda prova da regista e sceneggiatore, continua il percorso cinematografico intrapreso già nel suo esordio Seizure (1974). La mano infatti, è un horror che prova a scavare nelle profondità dei suoi personaggi, cercando di indagare come un essere umano possa smarrirsi del tutto semplicemente perdendo una parte di sé. Il film risulta interessante solo nelle intenzioni, dimostrando una certa insicurezza da parte del regista nel dirigere gli attori (lo stesso Michael Caine non brilla come al solito) e nel creare l'atmosfera ricercata (le tinte horror non convincono e il mistero legato alla fatidica mano alla lunga annoia). Stone si concede un cameo nel ruolo di un vagabondo assassinato. Trascurabile.
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