
Il corpo della ragassa
Durata
104
Formato
Regista
Nella Pianura Padana del dopoguerra, Teresa (Lilli Carati), contadina indigente e volgare, viene assunta come cameriera dal professor Ulderico Quario (Enrico Maria Salerno), esteta ed erotomane. Educata a essere “una gran signora e una gran puttana”, ne causerà la morte ed erediterà l'intero patrimonio.
Commedia amara sulla perdita dell'innocenza, tratta dall'omonimo romanzo di Gianni Brera. Il regista Pasquale Festa Campanile utilizza un ritmo frizzante e solo apparentemente leggero per mostrare le ambiguità e le perversioni dell'alta borghesia (incarnate nel personaggio di Quario, mefistofelico cultore del piacere supremo), talmente maligne da corrompere la sana vitalità popolare: esemplare, in tal senso, il ribaltamento di ruoli, con una Lilli Carati che da vergine ingenua si trasforma in sottile e spietata carnefice. Nudi abbondanti, morbosità smussate (l'iter di formazione di Teresa è sviluppato ellitticamente) e personaggi ben delineati: notevole la performance di Enrico Maria Salerno, ma anche Lilli Carati (ingiustamente accusata di inettitudine da parte della critica all'uscita del film) se la cava egregiamente. Peccato per il finale raffazzonato, che usa toni forzatamente macchiettistici. Il registro comico è affidato a Renzo Montagnani (Pasquale Aguzzi, padre di Teresa), che si contiene e limita il linguaggio scurrile. Ottima Marisa Belli nei panni della sguaiata e dolente Cecchina. Elsa Vazzoler è Caterina, Giuliana Calandra è Laura. Sceneggiatura di Enrico Oldoini e Ottavio Jemma, musiche di Riz Ortolani. Alla stesura del soggetto ha contribuito Alberto Lattuada.
Commedia amara sulla perdita dell'innocenza, tratta dall'omonimo romanzo di Gianni Brera. Il regista Pasquale Festa Campanile utilizza un ritmo frizzante e solo apparentemente leggero per mostrare le ambiguità e le perversioni dell'alta borghesia (incarnate nel personaggio di Quario, mefistofelico cultore del piacere supremo), talmente maligne da corrompere la sana vitalità popolare: esemplare, in tal senso, il ribaltamento di ruoli, con una Lilli Carati che da vergine ingenua si trasforma in sottile e spietata carnefice. Nudi abbondanti, morbosità smussate (l'iter di formazione di Teresa è sviluppato ellitticamente) e personaggi ben delineati: notevole la performance di Enrico Maria Salerno, ma anche Lilli Carati (ingiustamente accusata di inettitudine da parte della critica all'uscita del film) se la cava egregiamente. Peccato per il finale raffazzonato, che usa toni forzatamente macchiettistici. Il registro comico è affidato a Renzo Montagnani (Pasquale Aguzzi, padre di Teresa), che si contiene e limita il linguaggio scurrile. Ottima Marisa Belli nei panni della sguaiata e dolente Cecchina. Elsa Vazzoler è Caterina, Giuliana Calandra è Laura. Sceneggiatura di Enrico Oldoini e Ottavio Jemma, musiche di Riz Ortolani. Alla stesura del soggetto ha contribuito Alberto Lattuada.