Gesta criminali di Lester M. Gillis, detto “Baby Face Nelson” (Mickey Rooney), che dopo la morte di Dillinger (Leo Gordon) fu per qualche tempo il “nemico pubblico numero 1”.

Ambientato negli anni Trenta, Faccia d'angelo è un film che sembra (anche) uscito da quello stesso decennio, in cui il cinema gangster aveva un ruolo di primissimo piano nel cinema americano. Secco e brutale, come buona parte delle pellicole di Don Siegel, si avvale della meticolosa sceneggiatura di Daniel Mainwaring, che aveva già collaborato con il regista l'anno precedente per il capolavoro L'invasione degli ultracorpi (1956). Godibile film di genere a basso costo, segue il classico percorso del “criminale” sul grande schermo: dalle stalle alle stelle, con relativa salita nella scala sociale della malavita tanto da diventarne il re, fino alla morte, causata dalla polizia durante una fuga. Siegel non si perde in alcuna digressione, non è interessato a far diventare il suo personaggio un eroe, punta tutto sull'azione e su un ottimo montaggio. Grande cast, capitanato da un Mickey Rooney sorprendente.
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