Shakespeare Wallah
Shakespeare Wallah
Durata
120
Formato
Regista
Tony Buckingham (Geoffrey Kendal) e la moglie Carla (Laura Liddell) sono alla guida di una famiglia di attori shakespeariani in tournée per le città dell'India post-coloniale. L'interesse per il teatro del Bardo, tuttavia, diminuisce gradualmente; le attenzioni sono tutte per le nuove forme d'intrattenimento audiovisivo, come il cinema bollywoodiano di cui Manjula (Madhur Jaffrey) è luminosa esponente.
Tra i film più convincenti del primo periodo di James Ivory, che insieme al compagno produttore Ismail Merchant avrebbe in futuro dato vita a un'idea di cinema gelidamente trattenuta, di strettissima derivazione letteraria. Che non manca nemmeno qui; ma almeno Ivory (autore della sceneggiatura insieme a Ruth Prawer Jhabvala) imbastisce un discorso malinconico e al contempo conflittuale sul ricambio culturale di un Paese, l'India, legato sì a doppio filo ai dogmi britannici, ma orientato ad assumere un'identità specificatamente rivolta alle sue nuove necessità sociali. Nonostante appartenga al periodo indiano dell'autore – quello più "giovanile", per intendersi – è forse il suo film più crepuscolare e disincantato. Nonostante l'ambigua, ma giustificabile ingenuità nei confronti di Bollywood, Shakespeare Wallah (ispirato alla vita dell'attore Geoffrey Kendal e alla sua famiglia) è un documento importante che testimonia il vorticoso mutare dell'India post-coloniale e la vena più icastica e feroce del suo autore, che non sempre si riuscirà a ritrovare nelle opere a venire. Orso d'argento a Berlino alla miglior attrice, Madhur Jaffrey (protagonista di numerosi lungometraggi scritti, diretti e prodotti da Ivory, Merchant e Ruth Prawer Jhabvala) e straordinario apporto di Satyajit Ray come autore della colonna sonora.
Tra i film più convincenti del primo periodo di James Ivory, che insieme al compagno produttore Ismail Merchant avrebbe in futuro dato vita a un'idea di cinema gelidamente trattenuta, di strettissima derivazione letteraria. Che non manca nemmeno qui; ma almeno Ivory (autore della sceneggiatura insieme a Ruth Prawer Jhabvala) imbastisce un discorso malinconico e al contempo conflittuale sul ricambio culturale di un Paese, l'India, legato sì a doppio filo ai dogmi britannici, ma orientato ad assumere un'identità specificatamente rivolta alle sue nuove necessità sociali. Nonostante appartenga al periodo indiano dell'autore – quello più "giovanile", per intendersi – è forse il suo film più crepuscolare e disincantato. Nonostante l'ambigua, ma giustificabile ingenuità nei confronti di Bollywood, Shakespeare Wallah (ispirato alla vita dell'attore Geoffrey Kendal e alla sua famiglia) è un documento importante che testimonia il vorticoso mutare dell'India post-coloniale e la vena più icastica e feroce del suo autore, che non sempre si riuscirà a ritrovare nelle opere a venire. Orso d'argento a Berlino alla miglior attrice, Madhur Jaffrey (protagonista di numerosi lungometraggi scritti, diretti e prodotti da Ivory, Merchant e Ruth Prawer Jhabvala) e straordinario apporto di Satyajit Ray come autore della colonna sonora.