Cina, VIII secolo. Una sguattera (Machiko Ky) somiglia incredibilmente alla defunta moglie dell'imperatore: quest'ultimo (Masayuki Mori) la porta a palazzo e la prende in moglie. La sua vita cambierà improvvisamente e persino il suo verrà modificato in Yang Kwei-fei.

Ispirato a una nota poesia cinese dell'epoca T'ang, un film che racchiude molte delle tematiche predilette da Kenji Mizoguchi: in primis, il servilismo a cui è costretta la figura femminile e un evento che farà cambiare totalmente l'esistenza del personaggio principale. C'è però una grossa differenza rispetto alle precedenti pellicole del regista: è il suo primo lavoro a colori (il secondo e ultimo, girato nello stesso anno, è La nuova storia del clan Taira con cui ha più di un punto in comune) seppur sembri che Mizoguchi li utilizzi da una vita. Fluido nei movimenti di macchina e nel montaggio, il film si concentra su una serie di intrighi di palazzo – da una cospirazione di corte alla ribellione del popolo – che vedono vittima la nuova imperatrice. È però una sceneggiatura meno coinvolgente rispetto a quelle messe solitamente in scena da Mizoguchi e il ritmo ne risente, soprattutto nella parte centrale. Nonostante tali limiti (rarissimi nella carriera del regista) i guizzi non mancano, a partire dalle prime battute e dalla splendida scena dell'impiccagione. Notevole prova di Machiko Ky, che Mizoguchi aveva già diretto nel suo capolavoro assoluto I racconti della luna pallida d'agosto (1953).
Lascia un tuo commento

Dello stesso regista

Potrebbero interessarti anche

Corsi

Sei un appassionato di cinema?
Non perderti i nostri corsi lorem ipsum dolor


Sei un’azienda, un museo o una scuola?
Abbiamo studiato per te lorem ipsum dolor

Con il tuo account puoi:

Votare i tuoi film preferiti

Commentare i film

Proporre una recensione

Acquistare i nostri corsi

Guardare i webinar gratuiti

Personalizzare la tua navigazione

Filtri - Cerca un Film

Attori
Registi
Genere
Paese
Anno
Cancella
Applica