Tre storie ambientate nello stesso spazio ma in diversi tempi. 1914, sconvolto dagli orrori della Prima guerra mondiale, un ricco aristocratico (Ruggero Raimondi) costruisce un “castello della felicità” dove radunare tutti i suoi amici. Oltre mezzo secolo dopo, nello stesso luogo si tiene un curioso seminario inerente alla “educazione della fantasia” nei bambini. Infine, in epoca medioevale, dei ragazzi vivono insieme a dei personaggi della loro immaginazione.

Dopo Mon oncle d'Amérique (1980), Alain Resnais torna a collaborare con lo sceneggiatore Jean Gruault per un film ancor più ambizioso. Il regista si muove tra le diverse epoche con la grazia di un romanziere settecentesco, ma la pellicola ha alcuni limiti in un messaggio di fondo fin troppo banale e in un andamento narrativo a tratti confuso e leggermente macchinoso. I registri si alternano (toccando anche il musical) con discreto equilibrio, eppure manca quella coesione (coerente nella sua enigmaticità) dei migliori lungometraggi del grande autore francese. Cast di grandi nomi (da Vittorio Gassman a Fanny Ardant) non tutti valorizzati al meglio.
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