La mia droga si chiama Julie

La Sirène du Mississipi

Durata

120

Formato

Louis (Jean-Paul Belmondo) attende lo sbarco della sua promessa sposa Julie (Catherine Deneuve), che non ha mai visto poiché i due si sono conosciuti tramite un'inserzione matrimoniale. La Julie Roussel che sbarca, però, non assomiglia affatto a quella vista in fotografia: ciononostante, l'uomo ne rimane talmente abbagliato che l'indomani decide lo stesso, come da accordi, di sposarla. Ma ben presto la verità verrà a galla.

Girato in ordine cronologico, La mia droga si chiama Julie è un film a metà strada tra il thriller psicologico e il dramma sentimentale, capace di avvincere lo spettatore fin dalle sequenze iniziali che restituiscono con grande realismo quel conturbante alone di mistero che pervade la pellicola. In quest'opera, François Truffaut esplicita il tema della conoscenza, rappresentando la tensione erotica che si crea tra i due protagonisti con ardente palpito ma senza distruttività. La prima immagine del film, dopo i titoli di testa, è una citazione di La Marsigliese (1938) di Jean Renoir, che ha lo scopo di richiamare l'attenzione sul valore artistico della scrittura, anche in questo caso espressa con notevole profondità di sguardo. Notevole, anche se non eccelso, e curato in ogni dettaglio. Curiosità: La Siréne du Mississipi, il romanzo a cui Truffaut si è ispirato, compare in una delle prime sequenze di Baci rubati (1968): è il libro che Antoine Doinel è intento a leggere.
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