Milou a maggio
Milou en mai
Durata
107
Formato
Regista
Quando sua madre (Paulette Dubost) muore improvvisamente, Milou (Michel Piccoli) vede arrivare nella casa di campagna tutto il parentato, composto da fratelli e nipoti, capeggiato da sua figlia Camille (Miou-Miou), che vorrebbe celermente procedere alla spartizione dell'eredità. Due imprevisti complicano le cose: da una parte nel testamento viene nominata erede anche la governante Adèle (Martine Gautier), anche amante di Milou; dall'altra le tensioni legate al Maggio parigino allarmano i convenuti e ritardano i tempi del funerale.
Per raccontare il disfacimento borghese, Malle non va troppo per il sottile e decide di intrecciare i conflitti famigliari con quelli politici che animarono la cronaca francese del 1968. L'eleganza del regista e l'innegabile affiatamento del cast danno come risultato un racconto raffinato, quasi un balletto mosso da un gioco di seduzioni e conflitti incrociati, che trova un'idilliaca parentesi nel pic-nic sul prato e il suo climax nella notte tra i boschi. In fin dei conti, le immagini più suggestive (il vecchio agricoltore ricoperto dalle api, la pesca al granchio con le mani) sembrano rimandare a un primordiale rapporto con la natura irrimediabilmente guastato dalla modernità incarnata dalla figlia, mentre le speranze nel futuro sembrano riposte nella nipotina (figlia anche nella realtà di Miou-Miou) Françoise (Jeanne Herry-Leclerc). Un tema un po' risaputo che viene riscattato da un finale coraggiosamente commovente, con i numeri dei lotti assegnati in eredità e il fantasma della madre che consola il figlio suonando il piano e danzando.
Per raccontare il disfacimento borghese, Malle non va troppo per il sottile e decide di intrecciare i conflitti famigliari con quelli politici che animarono la cronaca francese del 1968. L'eleganza del regista e l'innegabile affiatamento del cast danno come risultato un racconto raffinato, quasi un balletto mosso da un gioco di seduzioni e conflitti incrociati, che trova un'idilliaca parentesi nel pic-nic sul prato e il suo climax nella notte tra i boschi. In fin dei conti, le immagini più suggestive (il vecchio agricoltore ricoperto dalle api, la pesca al granchio con le mani) sembrano rimandare a un primordiale rapporto con la natura irrimediabilmente guastato dalla modernità incarnata dalla figlia, mentre le speranze nel futuro sembrano riposte nella nipotina (figlia anche nella realtà di Miou-Miou) Françoise (Jeanne Herry-Leclerc). Un tema un po' risaputo che viene riscattato da un finale coraggiosamente commovente, con i numeri dei lotti assegnati in eredità e il fantasma della madre che consola il figlio suonando il piano e danzando.