La moglie in vacanza... l'amante in città
Durata
90
Formato
Regista
L'industriale Andrea Damiani (Renzo Montagnani) si divide tra la moglie Valeria (Barbara Bouchet) e la gelosissima amante Giulia (Edwige Fenech). Cercherà di unire l'utile al dilettevole, spedendo la consorte in vacanza a Courmayeur per coltivare la relazione extraconiugale, ma finirà per essere cornificato a opera del finto nobile Giovanni La Carretta (Tullio Solenghi).
Riuscita commedia sexy diretta da Sergio Martino, che firma anche soggetto e sceneggiatura. Lo sviluppo procede per stereotipi (l'industriale borghesotto e fedifrago, la moglie insoddisfatta, l'amante pretenziosa), ma il ritmo è indiavolato e l'intreccio è più curato del solito nel bilanciare veridicità delle situazioni e gusto per il paradosso. Vero punto di forza del film resta comunque l'interpretazione di Renzo Montagnani, perfetto nei panni di un protagonista esasperato e logorato dalle donne della sua vita. Momenti esilaranti (l'omosessuale per necessità Peppino, interpretato da un bravo Lino Banfi, che spalma la crema a Barbara Bouchet: una delle scene predilette da Quentin Tarantino, dichiarato cultore del filone trash anni '80) e almeno una sequenza da antologia: la cena da Menego, ristorante di infimo ordine spacciato da Montagnani a Edwige Fenech per locale chic. Bellissime e ironiche quanto basta le due protagoniste femminili, tra le quali, pare, non corresse buon sangue. Marisa Merlini è la suocera di Damiani, Pippo Santonastaso è il tassista sovraeccitato.
Riuscita commedia sexy diretta da Sergio Martino, che firma anche soggetto e sceneggiatura. Lo sviluppo procede per stereotipi (l'industriale borghesotto e fedifrago, la moglie insoddisfatta, l'amante pretenziosa), ma il ritmo è indiavolato e l'intreccio è più curato del solito nel bilanciare veridicità delle situazioni e gusto per il paradosso. Vero punto di forza del film resta comunque l'interpretazione di Renzo Montagnani, perfetto nei panni di un protagonista esasperato e logorato dalle donne della sua vita. Momenti esilaranti (l'omosessuale per necessità Peppino, interpretato da un bravo Lino Banfi, che spalma la crema a Barbara Bouchet: una delle scene predilette da Quentin Tarantino, dichiarato cultore del filone trash anni '80) e almeno una sequenza da antologia: la cena da Menego, ristorante di infimo ordine spacciato da Montagnani a Edwige Fenech per locale chic. Bellissime e ironiche quanto basta le due protagoniste femminili, tra le quali, pare, non corresse buon sangue. Marisa Merlini è la suocera di Damiani, Pippo Santonastaso è il tassista sovraeccitato.