Celebre scrittore in crisi (Luigi Pistilli) si diverte a terrorizzare sua moglie (Anita Strindberg); una serie di omicidi e l'arrivo dell'attraente nipote (Edwige Fenech) romperanno il già precario equilibrio della coppia.



Uno dei più celebri prodotti del genere, in voga nei primi anni '70, del thriller all’italiana, caratterizzato da un’evidente morbosità di fondo e con più di una capatina ai confini del patinato soft-erotico; non è uno degli esempi migliori, anzi, anche se non manca un certo malato fascino di fondo, soprattutto nei momenti in cui i tre monodimensionali protagonisti scatenano la loro cattiveria più pura. Come al solito, nel filone c’è un certo spregio della logica e dell’approfondimento narrativo, nonché uno stile che alterna momenti di discreto artigianato ad altri davvero troppo rozzi per funzionare davvero. Edwige Fenech è abbastanza “generosa” e non ha molto bisogno di recitare perché il suo personaggio funzioni. Vagamente ispirato al celebre racconto di Edgar Allan Poe Il gatto nero.
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