La stanza del vescovo
Durata
110
Formato
Regista
L'aristocratico Temistocle Mario Orimbelli (Ugo Tognazzi) conosce casualmente il giovane Marco Maffei (Patrick Dewaere) e fin da subito ne invidia la vita felice e spensierata. I due stringeranno uno strano rapporto, che coinvolgerà anche la cognata vedova di Temistocle, la bellissima Matilde Scrosati in Berlusconi (Ornella Muti).
Tutto il senso di smarrimento nell'Italia del dopo guerra, raccontato attraverso l'incontro tra due figure agli antipodi: un nobile ex fascista annoiato dalla vita sedentaria e un giovane bohémien che vive in barca e che durante la guerra si è rifugiato in Svizzera. Sulle rive del placido Lago Maggiore e sulle note di Armando Trovajoli, Risi ambienta questo racconto tratto dall'omonimo romanzo di Piero Chiara, un gioco di pulsioni, frustrazioni e tradimenti che lascia poco spazio all'immaginazione. Vittima di uno strano formalismo (sia nella messa in scena, che nei dialoghi), che mai è appartenuto al regista milanese. Inizio suggestivo, ma col passare dei minuti si evidenziano diversi limiti, narrativi e registici, e il ritmo cala. Persino Tognazzi appare imbrigliato, mentre la Muti è più bella che mai.
Tutto il senso di smarrimento nell'Italia del dopo guerra, raccontato attraverso l'incontro tra due figure agli antipodi: un nobile ex fascista annoiato dalla vita sedentaria e un giovane bohémien che vive in barca e che durante la guerra si è rifugiato in Svizzera. Sulle rive del placido Lago Maggiore e sulle note di Armando Trovajoli, Risi ambienta questo racconto tratto dall'omonimo romanzo di Piero Chiara, un gioco di pulsioni, frustrazioni e tradimenti che lascia poco spazio all'immaginazione. Vittima di uno strano formalismo (sia nella messa in scena, che nei dialoghi), che mai è appartenuto al regista milanese. Inizio suggestivo, ma col passare dei minuti si evidenziano diversi limiti, narrativi e registici, e il ritmo cala. Persino Tognazzi appare imbrigliato, mentre la Muti è più bella che mai.