Giuseppe Verdi
Durata
110
Formato
Regista
Biografia romanzata di Giuseppe Verdi (Fosco Giachetti), dal suo arrivo a Milano sino al successo come operista, passando per il lutto per la perdita della moglie (Germana Paolieri) e l'incontro con Giuseppina Strepponi (Gaby Morlay).
Giuseppe Verdi è un buon film biografico che cerca di ricostruire fedelmente non tanto gli avvenimenti che mette in scena quanto la personalità e la creatività del suo protagonista. Carmine Gallone, infatti, si concentra per buona parte sulla giovinezza del compositore, scelta che gli permette sia di romanzare a piacimento la vicenda senza incappare in accuse di infedeltà rispetto alla Storia documentata (infatti si sa ben poco del giovane Verdi), sia di approfondire la personalità del suo protagonista analizzando le sue origini artistiche. Giustamente la pellicola ha come protagonista la musica composta dall'autore milanese, che risulta mai invadente e sapientemente dosata lungo lo scorrere dei minuti. Peccato che l'influenza fascista aleggi in maniera insistita su tutta l'opera: impossibile non leggere, nei continui richiami patriottici che Gallone mette in scena, un chiaro riferimento allo spirito nazionalista tanto glorificato dal Fascio Littorio (tant'è che a Venezia, dove il film venne presentato, vinse la coppa del Partito Nazionale Fascista). La pellicola è conosciuta anche con il titolo Divine armonie.
Giuseppe Verdi è un buon film biografico che cerca di ricostruire fedelmente non tanto gli avvenimenti che mette in scena quanto la personalità e la creatività del suo protagonista. Carmine Gallone, infatti, si concentra per buona parte sulla giovinezza del compositore, scelta che gli permette sia di romanzare a piacimento la vicenda senza incappare in accuse di infedeltà rispetto alla Storia documentata (infatti si sa ben poco del giovane Verdi), sia di approfondire la personalità del suo protagonista analizzando le sue origini artistiche. Giustamente la pellicola ha come protagonista la musica composta dall'autore milanese, che risulta mai invadente e sapientemente dosata lungo lo scorrere dei minuti. Peccato che l'influenza fascista aleggi in maniera insistita su tutta l'opera: impossibile non leggere, nei continui richiami patriottici che Gallone mette in scena, un chiaro riferimento allo spirito nazionalista tanto glorificato dal Fascio Littorio (tant'è che a Venezia, dove il film venne presentato, vinse la coppa del Partito Nazionale Fascista). La pellicola è conosciuta anche con il titolo Divine armonie.