Quai d'Orsay
Quai d'Orsay
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Regista
Il ministro degli esteri francese, Alexandre Taillard de Worms (Thierry Lhermitte), è un personaggio eccentrico e intelligente convinto che il segreto del successo risieda in una Santa Trinità di valori composta da legittimità, chiarezza ed efficienza. Il principale collaboratore del ministro è il giovane Arthur Vlaminck (Raphaël Personnaz) che presto dovrà fare i conti con il mondo grossolano e spietato della politica.
Tratto dalla graphic novel I segreti del Quai d'Orsay di Antonin Baudry e Christophe Blain, un'insolita incursione per Bertrand Tavernier nel genere della commedia. Ritmo indiavolato, battute sagaci e comicità frenetica al servizio di un'amara riflessione sulla disillusione nei confronti della politica e della vanità fanfarona del potere. Ma il risultato è spesso ambivalente, troppo macchiettistico per risultare efficace, troppo compiaciuto e divertito per divertire sul serio e convincere della propria buona fede. Un divertissement goliardico e abbastanza fatuo, innocuo e gradevole ma evanescente, incapace di lasciarsi andare liberamente al grottesco e al politicamente scorretto. Così il film risulta un grande vorrei ma non posso, una satira annacquata e fiacca, priva del necessario mordente. Qualche spunto di interesse comunque non manca, ma si tratta comunque di una sostanziale occasione persa. Il titolo fa riferimento all'indirizzo di Parigi che è sede (al numero 37 di Quai d'Orsay) del Ministero degli esteri francese. Da noi inedito in sala.
Tratto dalla graphic novel I segreti del Quai d'Orsay di Antonin Baudry e Christophe Blain, un'insolita incursione per Bertrand Tavernier nel genere della commedia. Ritmo indiavolato, battute sagaci e comicità frenetica al servizio di un'amara riflessione sulla disillusione nei confronti della politica e della vanità fanfarona del potere. Ma il risultato è spesso ambivalente, troppo macchiettistico per risultare efficace, troppo compiaciuto e divertito per divertire sul serio e convincere della propria buona fede. Un divertissement goliardico e abbastanza fatuo, innocuo e gradevole ma evanescente, incapace di lasciarsi andare liberamente al grottesco e al politicamente scorretto. Così il film risulta un grande vorrei ma non posso, una satira annacquata e fiacca, priva del necessario mordente. Qualche spunto di interesse comunque non manca, ma si tratta comunque di una sostanziale occasione persa. Il titolo fa riferimento all'indirizzo di Parigi che è sede (al numero 37 di Quai d'Orsay) del Ministero degli esteri francese. Da noi inedito in sala.