Roma. Il rapporto tra la commessa Diana (Claudia Koll) e il marito Paolo (Paolo Lanza) si incrina quando la prima decide di approfondire la sua sessualità con trasgressive esperienze extra-coniugali. L'uomo riuscirà a riconquistarla.

Sicuramente tra i film meno sgangherati della produzione softcore del regista Tinto Brass, è uno di quelli più ambiziosi dal punto di vista del contenuto – si canonizza, una volta per tutte, il teorema brassiano per cui il tradimento “aiuta” le nozze – e uno di quelli meno pretenziosi da quello della confezione, con un'ambientazione contemporanea priva di richiami al passato, ad eccezione della citazione mozartiana del titolo. Se è interessante che Brass tenti di formulare una riflessione piuttosto interessante sul rapporto tra sesso, trasgressioni e modernità, resistono i limiti del cinema morboso, voyeuristico e poco elastico del suo cinema, ma Claudia Koll è una protagonista intelligente e in parte. Buon successo di pubblico.
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