Eugenio (Francesco Bonelli) è figlio di Fernanda (Dalila Di Lazzaro) e Giancarlo (Saverio Marconi), due ex sessantottini che, finita la passione, si separano. Mentre il padre ha una relazione fissa, la madre passa da una storia all'altra: in mezzo a questa instabilità, il bambino cresce scaricato tra nonni e amici. La situazione degenera quando un amico del padre, Baffo (Memè Perlini) lo abbandona lungo la strada e nessuno riesce a trovarlo.

Una delle ultime opere di Comencini, il quale si dimostra ancora lucido nel raccontare il disagio di più generazioni: quella dei nonni, che non riescono a capacitarsi del modo in cui i loro figli gestiscono la vita, quella dei genitori, incapaci di assumersi le proprie responsabilità e troppo egoisti per riuscire a sacrificarsi per la famiglia, e quella di Eugenio, che incarna quel difficile passaggio tra infanzia e adolescenza. Pur avendo smarrito lo smalto dei ben tempi, il regista prova a raccontare una situazione drammaticamente attuale, quella della separazione, assumendo, come spesso accade, il punto di vista dei più piccoli. Malinconico, sincero, a volte prolisso e retorico. Bravo Bernard Blier nei panni del nonno materno. Premio OCIC alla Mostra del Cinema di Venezia.
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