Vital
Vital
Durata
86
Formato
Regista
Dopo un grave incidente d'auto, dove perde la vita la sua ragazza RyĹko (Nami Tsukamoto), Hiroshi (Tadanobu Asano) rimane in coma per diverso tempo e, al suo risveglio, soffre di amnesia. Per recuperare parte della sua vita si iscrive alla facoltà di medicina e, durante il corso di dissezione, i suoi ricordi cominciano a riaffiorare di fronte al corpo esamine di RyĹko.
Cosa succede quando moriamo? Rimane qualcosa nelle persone che perdiamo e che ci aiuti a elaborare il lutto? Con estrema sensibilità e un tocco intimista praticamente inedito, Tsukamoto esplora in Vital la comprensione e l'accettazione della perdita. Lo fa attraverso la figura del protagonista (interpretato da un ottimo Tadanobu Asano), ossessionato dalla morte della donna amata, che ritroverà nei suoi ricordi e, forse, nei suoi sogni. Pur rinunciando a molti degli stilemi che hanno segnato quasi tutto il percorso cinematografico del regista giapponese, anche in questa pellicola il corpo riveste un ruolo estremamente importante, rappresentando la mappatura stratificata di un percorso da seguire, alla ricerca della parte più profonda di ciascuno di noi: l'anima. L'opposizione tra la natura (luogo dell'anima) e la città (luogo del corpo, brutalizzato e sezionato come un oggetto) si fa qui centrale, e segna un cambio di direzione, forse irreversibile, nella poetica del cineasta giapponese. Vital, nella filmografia di Tsukamoto, rappresenta una produzione di grande maturità, nonché una delle sue opere più riuscite. Un film di una bellezza ipnotica, spietato e struggente al tempo stesso. I bozzetti anatomici che Hiroshi disegna durante le lezioni di medicina, sono in realtà realizzati dallo stesso regista.
Cosa succede quando moriamo? Rimane qualcosa nelle persone che perdiamo e che ci aiuti a elaborare il lutto? Con estrema sensibilità e un tocco intimista praticamente inedito, Tsukamoto esplora in Vital la comprensione e l'accettazione della perdita. Lo fa attraverso la figura del protagonista (interpretato da un ottimo Tadanobu Asano), ossessionato dalla morte della donna amata, che ritroverà nei suoi ricordi e, forse, nei suoi sogni. Pur rinunciando a molti degli stilemi che hanno segnato quasi tutto il percorso cinematografico del regista giapponese, anche in questa pellicola il corpo riveste un ruolo estremamente importante, rappresentando la mappatura stratificata di un percorso da seguire, alla ricerca della parte più profonda di ciascuno di noi: l'anima. L'opposizione tra la natura (luogo dell'anima) e la città (luogo del corpo, brutalizzato e sezionato come un oggetto) si fa qui centrale, e segna un cambio di direzione, forse irreversibile, nella poetica del cineasta giapponese. Vital, nella filmografia di Tsukamoto, rappresenta una produzione di grande maturità, nonché una delle sue opere più riuscite. Un film di una bellezza ipnotica, spietato e struggente al tempo stesso. I bozzetti anatomici che Hiroshi disegna durante le lezioni di medicina, sono in realtà realizzati dallo stesso regista.