Dopo l'improvvisa morte del padre per mano dello zio (Esko Salminen), il giovane e scapestrato Amleto (Pirkka-Pekka Petelius) si mette alla guida di una delle più importanti e ricche aziende del paese. Ma quando il fantasma del padre apparirà ad Amleto rivelandogli la verità, questi prepara la sua vendetta. Adattamento “minimo” e scarnificato dell'Amleto di Shakespeare in chiave moderna, dove la famiglia reale è sostituita dall'azienda più ricca della nazione, gli intrighi di potere sono espressi in chiave capitalista, Ofelia (Kati Outinen) annega in una vasca da bagno, la pazzia di Amleto viene espressa attraverso la lettura di fumetti e le spade del duello finale sono rimpiazzate da pistole e radio sfondate sulla testa. Tra adattamento e parodia, tra trasposizione e reinvenzione a tutto campo, il film procede, come in tutti i lavori del regista finnico, per nuclei narrativi basici ed essenziali, senza mai dilungarsi, ma facendo bastare a se stesso l'ossatura della trama e i suoi passaggi. Questa tipicità narrativa da una parte valorizza l'approccio Kaurismäkiano all'opera di partenza, esaltando gli aspetti più eccentrici e spiazzanti, ma rischiando di banalizzare il lavoro di Shakespeare a più riprese. L'inserimento del perdente alla guida dell'azienda dà la possibilità all'autore di accennare una critica diretta al capitalismo, ma il tutto rimane comunque sulla superficie, galleggiando all'acqua di rose dalle parti della demistificazione comica.