Dies irae
Vredens dag
1943
Paese
Danimarca
Genere
Drammatico
Durata
97 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Carl Theodor Dreyer
Attori
Thorkild Roose
Lisbeth Movin
Sigrid Neiiendam
Preben Lerdorff Rye
La giovane moglie (Lisbeth Movin) di un pastore protestante (Thorkild Roose) e il figlio del prelato (Preben Lendorff Rye), nato da un precedente matrimonio, vivono nella clandestinità una relazione amorosa. Mentre nel paese imperversa un cupo clima di repressione religiosa, sulla donna si abbatte il sospetto di stregoneria. Ambientato nella Danimarca protestante del 1620, Dies irae sintetizza al meglio molti aspetti della poetica e dello stile di Carl Theodor Dreyer. Il retroterra culturale religioso imbevuto di dottrina luterana, centrale nella poetica del maestro danese, in questo film per la prima volta è chiaramente esplicitato. I temi della colpa, del castigo e del libero arbitrio sono al centro della riflessione dell'autore che, a distanza di oltre un decennio dalla messa in scena del rogo di Giovanna d'Arco, sceglie di raccontare un'altra accusa di stregoneria, figlia di una temperie culturale vicina al fanatismo. Mentre il ruolo chiave delle eroine dreyeriane, con questa opera, si arricchisce di un nuovo importante tassello, sul piano stilistico, al suo primo film sonoro dialogato, Dreyer radicalizza il suo linguaggio espressivo. Il ritmo della narrazione è lentissimo, i movimenti di macchina ridotti al minimo, la scenografia denudata di ogni elemento decorativo, la recitazione ieratica e solenne: elementi di non facile ricezione da parte del pubblico ma, per l'autore, funzionali alla rappresentazione di una azione che segue, nella sua essenza, le dinamiche profonde dell'interiorità umana. Girato durante l'occupazione tedesca della Danimarca, è stato letto anche in chiave allegorica antinazista.
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