Lione. Irene (Greta Garbo) è divisa tra un marito che non ama (Anders Randolf) e un amante per cui prova sentimenti ben più profondi (Conrad Nagel). A questi, si aggiungerà un terzo spasimante (Lew Ayres) che, nel chiedere un bacio a Irene, viene scoperto dal marito di lei. Per una fatalità, la donne uccide il coniuge con un colpo di rivoltella. Verrà processata.



Caotico e fin confusionario nella trama di base, Il bacio ha dalla sua un fascino magnetico e un coinvolgimento emotivo invidiabile. Il merito va al regista belga Jacques Feyder (ma la produzione è americana) e al suo tocco raffinato ed elegante. La delicatezza formale, grazie anche a un'ottima fotografia, riesce a nascondere i difetti di una sceneggiatura che si complica la vita da sola. Perché venne girato muto? Probabilmente perché i produttori temevano la reazione del pubblico di fronte al parlato della diva Greta Garbo. Fu, comunque, l'ultima pellicola muta della filmografia dell'attrice, a suo agio nella parte della calamita che attira a sé tutti gli uomini che le passano accanto. Non manca una, buona e giusta, dose d'ironia.
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