In una città dominata da un regime totalitario, ai cadaveri dei ribelli non è concessa degna sepoltura: pena, la morte. La borghese Antigone (Britt Ekland), aiutata da uno straniero (Pierre Clémenti), non ci sta: vuole seppellire il fratello.

Liliana Cavani riempie le strade di cadaveri e l'animo di orgoglio rivoluzionario, ma il suo film resta solo un modesto tentativo di rileggere l'Antigone di Sofocle negli anni della contestazione, una declinazione suggestiva ma fine a se stessa. Un esercizio di stile interessante, ma pesantemente di maniera: la regista ha a cuore il suo film e lo farcisce di sequenze volutamente incisive, ma c'è una ricerca eccessiva che ne mina lo spirito e lo blocca in un formalismo radicato e spesso snervante. Musiche di Ennio Morricone, con canzoni eseguite tra gli altri da Don Powell.
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