Due giovani (Gaetano Carotenuto e Chiara Caselli), sordomuti dalla nascita e di opposta estrazione sociale, vivono in maniera differente il loro handicap. Quando si incontreranno, compenseranno l’un l’altra le mancanze verso un disagio importante che ha caratterizzato le loro esistenze.



Il semplicismo di Liliana Cavani – che l’autrice alterna alla tronfia, ricercatissima ambiguità di opere come Il portiere di notte (1974) – rappresenta uno dei limiti più importanti di questa regista dall’innegabile talento, che però sconta un’identità mai troppo chiara. E di semplicismo è pieno Dove siete? Io sono qui, opera di innegabile delicatezza che tuttavia non riesce a superare le dinamiche di una storia di handicap: melensaggini, superficialità diffusa, retorica. Cui si aggiungono parentesi simboliche di goffa strutturazione, che fanno virare il tutto verso contesti quasi grotteschi, para-realistici, frammentari e slacciati. Bravi, tuttavia, i due interpreti alle prese con due ruoli non facili; notevole anche Anna Bonaiuto (vincitrice della Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia) nei panni della madre del protagonista, incapace di vivere appieno il disagio innegabile del figlio.
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