Un cappello di paglia di Firenze

Per Fadinand (Albert Préjean) è arrivato il giorno delle nozze, ma un imprevisto rischia di mandare all'aria il matrimonio. Il suo cavallo ha mangiato il cappello di una nobildonna (Olga Tschékowa) e Fadinand, per evitare ulteriori imprevisti, deve a tutti i costi trovarne un altro identico.

Da una farsa in cinque atti scritta da Eugène Labiche, un film divertente e surreale, in cui René Clair inserisce diversi elementi presi di petto dal cinema avanguardistico del periodo (i sogni, in primis). Il regista francese punta tutto su un montaggio concitato (in cui il ritmo cresce sempre più col passare dei minuti) che non si prende alcuna pausa e, anzi, non lascia tregua allo spettatore. Lo spunto iniziale è un semplice pretesto per dare vita a una commedia degli equivoci ricca di gag e di una comicità di stampo prettamente fisico. Il risultato è un film simile a un balletto, dove il caos guida le azioni dei personaggi e dove è sempre il disordine a prevalere sul suo opposto. Il peso della matrice teatrale si sente un po' troppo nella gestione degli spazi, ma Clair è bravo a farne ugualmente un film personale e dotato del suo riconoscibile tocco creativo. Dalla stessa pièce il compositore italiano Nino Rota ha tratto la sua opera lirica, Il cappello di paglia di Firenze, datata 1945.