Un contrabbandiere di sigarette (Lino Toffolo) e un vigile urbano (Paolo Villaggio), per niente facoltosi, si ritrovano casualmente in possesso di due miliardi di lire. Il malloppo farà gola a molti, creando non pochi problemi.

Tematicamente vicino al precedente film di Salvatore Samperi, Un'anguilla da 300 milioni (1971), Beati i ricchi è un'opera a suo modo coraggiosa nel rappresentare l'Italia degli anni Settanta come trasversalmente lacerata dall'ossessione per il denaro. Ma è la struttura frammentaria a rivelarsi il vero punto debole, non riuscendo a equilibrare effettive ambizioni sociologiche a pura vocazione da commedia. Cast volenteroso, ma impacciato e sottotono. Sylva Koscina, che sembra nata per interpretare aristocratiche arraffone, è la contessa; Gigi Ballista è il commendatore, Enzo Robutti il direttore di banca e una giovanissima Enrica Bonaccorti interpreta Adele. Scritto dal regista con Aldo Lado e Sandro Continenza.
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