1948, campagna lacustre di provincia. A pochi giorni dalle elezioni del 18 aprile, il piccolo Ju (Sven Valsecchi) si barcamena tra le percosse del padre depresso (Tino Schirinzi), l'attrazione per la cugina Nenè (Leonora Fani) e un risultato elettorale che riserverà non poche sorprese.

Ispirato al romanzo di Cesare Lanza del 1976, è uno dei titoli migliori firmati da Salvatore Samperi, lontano dall'erotismo anti-borghese coi toni da commedia del suo titolo più celebrato (Malizia, 1973). Il sesso c'è ancora, ma è “declinato” in chiave Bildung-storicistica, in una cornice che anticipa di pochissimo il trionfo della DC e che riflette l'inquietudine di tutti i personaggi, dal piccolo Ju dalla crescita tarpata alla cugina Nenè, dal padre frustrato Schirinzi al barbiere compagno di un bravo Tognazzi. Una coralità di sommersi e salvati che Samperi inquadra con garbo e, al contempo, estremo rigore amaro. Un film imperfetto (qualche momento di stanca da segnalare) ma importante, che richiama tramonti mai vissuti e crescite negate. Bella fotografia di Pasqualino de Santis.
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