Dracula principe delle tenebre
Dracula: Prince of Darkness
Durata
90
Formato
Regista
Due fratelli inglesi (Francis Matthews e Charles Tingwell) con le rispettive consorti (Barbara Shelley e Suzan Farmer), in viaggio nei Carpazi, si fermano presso un lugubre maniero. Non sanno che il castello è l'abitazione di un sanguinario vampiro (Christopher Lee).
Dopo il successo di Dracula il vampiro (1958), Terence Fisher torna (per l'ultima volta) a dirigere il suo attore feticcio Christopher Lee nei panni del celeberrimo Conte, stavolta privato del sodale Peter Cushing (presente, in realtà, nelle primissime sequenze prelevate per ragioni di continuità dal capitolo precedente). Nonostante la silenziosità (non pronuncia alcuna battuta), o forse proprio grazie a questa, il vampiro di Lee è sempre più inquietante, sessuale e bestiale, un'autentica incarnazione moderna del mostro creato da Bram Stoker, chiamato a scuotere violentemente le repressioni delle coppiette vittoriane che perseguita. Purtroppo però la pellicola si perde nella seconda parte, dopo la resurrezione del vampiro, il quale finisce per inseguire ostinatamente ma senza una vera motivazione gli ospiti inglesi: si riscatta grazie ad alcune sequenze piuttosto forti a base di sangue e sottintesi erotici che gli costarono un divieto ai minori di 18 anni in Italia. Nel complesso un discreto prodotto Hammer che beneficia della bella scenografia utilizzata contemporaneamente per il Rasputin di Don Sharp (1966).
Dopo il successo di Dracula il vampiro (1958), Terence Fisher torna (per l'ultima volta) a dirigere il suo attore feticcio Christopher Lee nei panni del celeberrimo Conte, stavolta privato del sodale Peter Cushing (presente, in realtà, nelle primissime sequenze prelevate per ragioni di continuità dal capitolo precedente). Nonostante la silenziosità (non pronuncia alcuna battuta), o forse proprio grazie a questa, il vampiro di Lee è sempre più inquietante, sessuale e bestiale, un'autentica incarnazione moderna del mostro creato da Bram Stoker, chiamato a scuotere violentemente le repressioni delle coppiette vittoriane che perseguita. Purtroppo però la pellicola si perde nella seconda parte, dopo la resurrezione del vampiro, il quale finisce per inseguire ostinatamente ma senza una vera motivazione gli ospiti inglesi: si riscatta grazie ad alcune sequenze piuttosto forti a base di sangue e sottintesi erotici che gli costarono un divieto ai minori di 18 anni in Italia. Nel complesso un discreto prodotto Hammer che beneficia della bella scenografia utilizzata contemporaneamente per il Rasputin di Don Sharp (1966).