
Hud il selvaggio
Hud
Durata
112
Formato
Regista
Hud (Paul Newman) vive con l'anziano padre (Malvyn Douglas), il nipote Lonnie (Brandon De Wilde) e una governante (Patricia Neal) in Texas. Egoista e iracondo, lavora nella fattoria di famiglia, ma vorrebbe poter essere libero di gestirla in proprio. Quando il bestiame viene infettato da una malattia e deve essere soppresso, il rapporto con il genitore arriva a un punto di rottura, influenzando anche quello con l'adolescente Lonnie.
Dramma familiare al maschile, tutto giocato sulle psicologie dei personaggi e sulla descrizione dei rapporti tra tre uomini di diverse generazioni. Gli affetti diventano un gioco di potere e responsabilità, e la sfida tra padre e figlio non si gioca tanto sull'amministrazione del ranch o sul giudizio riguardo il tenore di vita dissoluto (per un paesino rurale) del protagonista, quanto nella competizione tra modelli esistenziali proposti al giovanissimo nipote. Un personaggio silenzioso e riflessivo, che emerge poco a poco, quello di Lonnie, il quale osserva entrambi gli adulti della sua famiglia e si lascia sedurre dall'idea di seguire le orme di entrambi. Tutta l'opera diventa quindi una storia di formazione, punteggiata da un'incomunicabilità di base a tratti davvero disturbante (desolato in tal senso il finale, in cui la presa di coscienza del giovane diventa giudizio sprezzante). Peccato soltanto per il ritmo altalenante e per un certo immobilismo strutturale. Dal romanzo di Larry McMurtry, adattato da Irving Ravetch e Harriet Frank Jr. Tre Oscar: miglior attrice protagonista (Patricia Neal), attore non protagonista (Melvyn Douglas) e fotografia (James Wong Howe).
Dramma familiare al maschile, tutto giocato sulle psicologie dei personaggi e sulla descrizione dei rapporti tra tre uomini di diverse generazioni. Gli affetti diventano un gioco di potere e responsabilità, e la sfida tra padre e figlio non si gioca tanto sull'amministrazione del ranch o sul giudizio riguardo il tenore di vita dissoluto (per un paesino rurale) del protagonista, quanto nella competizione tra modelli esistenziali proposti al giovanissimo nipote. Un personaggio silenzioso e riflessivo, che emerge poco a poco, quello di Lonnie, il quale osserva entrambi gli adulti della sua famiglia e si lascia sedurre dall'idea di seguire le orme di entrambi. Tutta l'opera diventa quindi una storia di formazione, punteggiata da un'incomunicabilità di base a tratti davvero disturbante (desolato in tal senso il finale, in cui la presa di coscienza del giovane diventa giudizio sprezzante). Peccato soltanto per il ritmo altalenante e per un certo immobilismo strutturale. Dal romanzo di Larry McMurtry, adattato da Irving Ravetch e Harriet Frank Jr. Tre Oscar: miglior attrice protagonista (Patricia Neal), attore non protagonista (Melvyn Douglas) e fotografia (James Wong Howe).