
Impiegati
Durata
98
Formato
Regista
Il neolaureato Luigi Stanzani (Claudio Botosso), coinquilino dello studente Dario (Dario Parisini), viene assunto come impiegato in banca. Tra colleghi rampanti e arrivisti, amori, pettegolezzi e ipocrisia, stenterà ad ambientarsi e i problemi legati al lavoro non tarderanno ad arrivare.
Commedia agrodolce diretta da Pupi Avati ed esordio assoluto di Claudio Botosso nel ruolo di protagonista. Il regista emiliano si concentra sui problemi legati a una maturità solo apparente (i personaggi sembrano bloccati alla crescita zero), con uno sguardo meno malinconico rispetto ai film precedenti (Una gita scolastica, 1983), poco conciliante e funzionalmente corrosivo. La macchina da presa, sempre composta e attenta, si concentra su piccinerie, cinismo e ipocrisia dilagante in certi ambienti di lavoro, denunciando temi scottanti quali arrivismo, classismo, tradimenti e una moralità ormai rara, il cui baluardo è rappresentato dal giovane Luigi. Il ritmo non è certo frenetico (qualche lentezza di troppo nella sceneggiatura firmata da Avati con il fratello Antonio e Cesare Bornazzini) e rischia di compromettere l'empatia con i personaggi, ma la strisciante crudeltà del film, sorta di romanzo di formazione del ceto impiegatizio, colpisce nel segno. Musiche di Riz Ortolani.
Commedia agrodolce diretta da Pupi Avati ed esordio assoluto di Claudio Botosso nel ruolo di protagonista. Il regista emiliano si concentra sui problemi legati a una maturità solo apparente (i personaggi sembrano bloccati alla crescita zero), con uno sguardo meno malinconico rispetto ai film precedenti (Una gita scolastica, 1983), poco conciliante e funzionalmente corrosivo. La macchina da presa, sempre composta e attenta, si concentra su piccinerie, cinismo e ipocrisia dilagante in certi ambienti di lavoro, denunciando temi scottanti quali arrivismo, classismo, tradimenti e una moralità ormai rara, il cui baluardo è rappresentato dal giovane Luigi. Il ritmo non è certo frenetico (qualche lentezza di troppo nella sceneggiatura firmata da Avati con il fratello Antonio e Cesare Bornazzini) e rischia di compromettere l'empatia con i personaggi, ma la strisciante crudeltà del film, sorta di romanzo di formazione del ceto impiegatizio, colpisce nel segno. Musiche di Riz Ortolani.