Felice chi è diverso

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93

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Documentario sulla percezione dell'omosessualità in Italia, raccontata attraverso le interviste a venti persone, alternate con materiale d'archivio scelto dagli anni Trenta agli Ottanta che spaziano dal cinegiornale agli espedienti comici a tema omofobico usati in cinema e televisione.

Un verso di Sandro Penna presta il titolo a questa pellicola certamente inusuale nella filmografia di Amelio, che coniuga il mestiere da documentarista (Bertolucci secondo il cinema su tutti) alla confessione personale: al lancio ha infatti fatto seguito il coming out del regista. Con una struttura molto tradizionale (l'alternarsi tra testimonianze e repertorio), ci si trova a riflettere su come i mass media abbiano veicolato visioni miopi e distorte degli omosessuali. Se è infondata l'accusa, mossa da molti, di arrivare “fuori tempo”, visto che tutto il girato, anche le interviste, è in fondo un documento d'epoca, non mancano però i difetti. Anzitutto, è molto sbilanciato (forse inevitabilmente) sull'omosessualità maschile e anche la citazione di Pasolini, pur pertinente, è fin troppo scontata. Illuminante solo a tratti, come quando delinea come negativo il termine inglese gay responsabile di aver fatto sparire la molteplicità di termini che indicavano le “diversità nella diversità”. In ogni caso è un prodotto sentito e personale, efficace pur nella sua semplicità.


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