Il sapore del riso al tè verde
Ochazuke no aji
Durata
115
Formato
Regista
Taeko (Michiyo Kogure), appartenente alla sfera più agiata della società di Tokyo, non si ritrova più nel matrimonio col noioso e prevedibile Mokichi (Shin Saburi): con lui, ha ormai instaurato un legame che non le regala alcun tipo di sussulto o novità. La relazione non può dunque che incrinarsi.
Realizzato da Ozu nel periodo bellico (con la censura che non fu tenera nei riguardi dell'opera), si tratta, a ogni modo, di un altro significativo tassello nella filmografia del regista, il cui titolo restituisce l'atmosfera, tutta improntata alla tenerezza e alla vicinanza, che un matrimonio dovrebbe far propria, per resistere alle intemperie di una quotidianità sempre più grigia e di un tempo che scorre inesorabile. Stare accanto a qualcuno pur sapendo che è sempre la stessa persona, forse prevedibile, probabilmente ordinaria, nel film è una specie di conquista. Ozu è come sempre maestoso e allo stesso tempo profondamente dimesso nell'inoltrarsi nelle vite dei suoi personaggi, che sotto l'occhio vigile ma discreto della sua macchina da presa assumono un vigore che continua a generarsi dalla semplice presa diretta di esistenze anonime eppure meravigliose, comuni e proprio per questa ragione paradigmatiche di una condizione universale.
Realizzato da Ozu nel periodo bellico (con la censura che non fu tenera nei riguardi dell'opera), si tratta, a ogni modo, di un altro significativo tassello nella filmografia del regista, il cui titolo restituisce l'atmosfera, tutta improntata alla tenerezza e alla vicinanza, che un matrimonio dovrebbe far propria, per resistere alle intemperie di una quotidianità sempre più grigia e di un tempo che scorre inesorabile. Stare accanto a qualcuno pur sapendo che è sempre la stessa persona, forse prevedibile, probabilmente ordinaria, nel film è una specie di conquista. Ozu è come sempre maestoso e allo stesso tempo profondamente dimesso nell'inoltrarsi nelle vite dei suoi personaggi, che sotto l'occhio vigile ma discreto della sua macchina da presa assumono un vigore che continua a generarsi dalla semplice presa diretta di esistenze anonime eppure meravigliose, comuni e proprio per questa ragione paradigmatiche di una condizione universale.