Il sergente York
Sergeant York
Premi Principali
Oscar al miglior attore protagonista 1942
Durata
134
Formato
Regista
1914. Giovane contadino del Tennessee con l'abitudine ad alzare il gomito, Alvin York (Gary Cooper) viene colpito da un fulmine e diventa un pacifista radicale, che rifiuta la guerra e la violenza. Con l'ingresso degli Stati Uniti nella Prima guerra mondiale, si arruolerà controvoglia nell'esercito, dove scoprirà di essere un formidabile tiratore.
La propaganda di guerra, tanto in voga all'epoca, fa il suo ingresso nella filmografia di Howard Hawks, costretto anche lui a piegarsi al nuovo “genere” imposto dalla politica alle major. Il risultato fu il più grande successo commerciale per il regista, premiato con due Oscar (Gary Cooper come miglior attore protagonista e miglior montaggio) più altre nove nomination (tra cui miglior film e miglior regia). Nonostante il messaggio interventista venga fatto passare in modo lampante e a tratti invadente, il merito di Hawks (aiutato nella sceneggiatura anche da John Huston) è quello di riuscire ad asciugare l'opera, tenendo clamorosamente sotto il livello di guardia la retorica belligerante e le banalità propagandistiche. Decisamente riusciti, nel portare l'opera fuori dalle secche del tronfio patetismo bellico, i siparietti da commedia tra Cooper e la ragazza del villaggio nella prima parte del film. Con ogni probabilità, uno dei più riusciti lungometraggi di propaganda americana. Fotografia di Sol Polito, musiche di Max Steiner.
La propaganda di guerra, tanto in voga all'epoca, fa il suo ingresso nella filmografia di Howard Hawks, costretto anche lui a piegarsi al nuovo “genere” imposto dalla politica alle major. Il risultato fu il più grande successo commerciale per il regista, premiato con due Oscar (Gary Cooper come miglior attore protagonista e miglior montaggio) più altre nove nomination (tra cui miglior film e miglior regia). Nonostante il messaggio interventista venga fatto passare in modo lampante e a tratti invadente, il merito di Hawks (aiutato nella sceneggiatura anche da John Huston) è quello di riuscire ad asciugare l'opera, tenendo clamorosamente sotto il livello di guardia la retorica belligerante e le banalità propagandistiche. Decisamente riusciti, nel portare l'opera fuori dalle secche del tronfio patetismo bellico, i siparietti da commedia tra Cooper e la ragazza del villaggio nella prima parte del film. Con ogni probabilità, uno dei più riusciti lungometraggi di propaganda americana. Fotografia di Sol Polito, musiche di Max Steiner.