
Il silenzio si paga con la vita
The Liberation of L.B. Jones
Durata
102
Formato
Regista
L.B. Jones (Roscoe Lee Browne) è il titolare di un'agenzia di pompe funebri e ha una bellissima moglie, Emma (Lola Falana), che lo tradisce con un sergente di polizia (Anthony Zerbe). Quando Jones scopre tutto, il sergente teme per la sua reputazione pubblica, e lo fa fuori, riuscendo a far cadere la colpa su Emma. Un avvocato (Lee J. Cobb), a conoscenza dei fatti reali, riesce a fare assolvere la donna e ad archiviare il caso: le sue ragioni, però, non incontrano quelle del nipote (Lee Majors).
Il film che ha chiuso la pluridecennale carriera di un genio del cinema come William Wyler (Ombre malesi del 1940, Piccole volpi del 1941, I migliori anni della nostra vita del 1946) non rende giustizia alla grandezza del suo autore. Perché? Se nelle intenzioni il racconto di impunità, disillusione e cinismo sembra aderire perfettamente alle abilità del regista, lo svolgimento del film non riesce a garantirgli costanza e integrità: la questione della diversificazione razziale, poi, gioca un ruolo importante, che Wyler però non riesce a gestire con adeguata disinvoltura. Ed è un peccato, perché se fosse stato girato trent'anni prima, probabilmente, sarebbe stato straordinario. Nel 1970 americano, invece, l'operazione si presenta più opaca del dovuto. Wyler, a ogni modo, si riconferma un bravo direttore d'attori: l'intero cast (inclusa l'iconica Lola Falana) funziona a dovere e riesce a dimostrare impegno e credibilità. Ispirato al romanzo The Liberation of Lord Byron Jones (1965) di Jess Hill Ford, anche autore della sceneggiatura insieme a Stirling Silliphant.
Il film che ha chiuso la pluridecennale carriera di un genio del cinema come William Wyler (Ombre malesi del 1940, Piccole volpi del 1941, I migliori anni della nostra vita del 1946) non rende giustizia alla grandezza del suo autore. Perché? Se nelle intenzioni il racconto di impunità, disillusione e cinismo sembra aderire perfettamente alle abilità del regista, lo svolgimento del film non riesce a garantirgli costanza e integrità: la questione della diversificazione razziale, poi, gioca un ruolo importante, che Wyler però non riesce a gestire con adeguata disinvoltura. Ed è un peccato, perché se fosse stato girato trent'anni prima, probabilmente, sarebbe stato straordinario. Nel 1970 americano, invece, l'operazione si presenta più opaca del dovuto. Wyler, a ogni modo, si riconferma un bravo direttore d'attori: l'intero cast (inclusa l'iconica Lola Falana) funziona a dovere e riesce a dimostrare impegno e credibilità. Ispirato al romanzo The Liberation of Lord Byron Jones (1965) di Jess Hill Ford, anche autore della sceneggiatura insieme a Stirling Silliphant.