Proseguono le (dis)avventure dello sfortunato Ragionier Ugo Fantozzi (Paolo Villaggio), alle prese con le assurde imprese organizzate dai colleghi, padroni tendenzialmente despoti e la propria triste famiglia.

La cena elegante dalla Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare (Nietta Zocchi), l'indigestione di acqua gasata al Casinò o la disastrosa serata al night con i colleghi sono solo alcune delle sequenze che hanno reso Il secondo tragico Fantozzi un seguito perfettamente degno dell' originale, liberamente ispirato al secondo libro che lo stesso Paolo Villaggio dedicò alla sua creatura. L'approccio è il medesimo, e pertanto vincente in partenza, nel ritrarre in maniera tragicomica l'affannarsi di un uomo, simbolo di un'intera classe sociale, per ottenere la realizzazione dei propri desideri, costretto però a una infinita sudditanza verso le sfortune della vita, ma soprattutto verso i propri superiori, figure quasi mistiche dai nomi e titoli altisonanti. La sequenza del cineforum di Guidobaldo Maria Riccardelli (Mauro Vestri) che costringe i dipendenti a saltare la partita per vedere La corazzata Potemkin di Eistenstein (nel mondo fantozziano trasformata in La corazzata Kotiomkin di Serghei M. Einstein per evitare problemi di diritti) è entrata prepotentemente nella storia della cinefilia, per il ritratto al vetriolo (e tragicamente veritiero) che viene offerto del critico oltranzista, insieme alla frase indimenticabile pronunciata dal ragioniere: «Per me... La corazzata Kotiomkin... è una cagata pazzesca!».
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