Ascensore per il patibolo
Ascenseur pour l'échafaud
Durata
88
Formato
Regista
Julien Taveriner (Maurice Ronet) uccide il datore di lavoro per godersi la di lui moglie e sua amante Florence Carala (Jeanne Moreau). Tornando sul luogo del delitto per far sparire le tracce, resta intrappolato nell'ascensore. Nel frattempo il giovane scapestrato Louis (Georges Poujouly) e la sua ragazza Véronique (Yori Bertin) gli rubano auto e revolver e, dopo aver soggiornato a suo nome in un motel, finiscono con l'ammazzare una coppia di turisti tedeschi.
L'esordio di Malle è una specie di giallo dalle atmosfere oniriche, pervaso da lunghi silenzi spezzati dagli assoli jazz di Miles Davis. Costruito su una serie di personaggi “immorali”, può per assurdo rivalutare attraverso di loro un'idea di giustizia che spinge lo spettatore, come Florence, ad augurarsi che ciascuno paghi per il giusto delitto. La Parigi in cui si svolge la vicenda non concede nulla alla curiosità turistica, se non nella vista dall'ufficio di Carala che non a caso se la può permettere grazie ai proventi della guerra. Una pellicola innovativa, intelligente nell'uso degli spazi e nelle sequenze d'azione mai parossistiche e anzi quasi stilizzate, cui giova un utilizzo “hitchcockiano” degli oggetti generatori di suspense (il rampino, l'interruttore, la macchina fotografica) che mettono il pubblico a conoscenza degli sviluppi con qualche momento di vantaggio rispetto ai protagonisti. Molto elegante nell'insieme e impeccabile nella scelta del cast. Splendidamente conturbante Jeanne Moreau.
L'esordio di Malle è una specie di giallo dalle atmosfere oniriche, pervaso da lunghi silenzi spezzati dagli assoli jazz di Miles Davis. Costruito su una serie di personaggi “immorali”, può per assurdo rivalutare attraverso di loro un'idea di giustizia che spinge lo spettatore, come Florence, ad augurarsi che ciascuno paghi per il giusto delitto. La Parigi in cui si svolge la vicenda non concede nulla alla curiosità turistica, se non nella vista dall'ufficio di Carala che non a caso se la può permettere grazie ai proventi della guerra. Una pellicola innovativa, intelligente nell'uso degli spazi e nelle sequenze d'azione mai parossistiche e anzi quasi stilizzate, cui giova un utilizzo “hitchcockiano” degli oggetti generatori di suspense (il rampino, l'interruttore, la macchina fotografica) che mettono il pubblico a conoscenza degli sviluppi con qualche momento di vantaggio rispetto ai protagonisti. Molto elegante nell'insieme e impeccabile nella scelta del cast. Splendidamente conturbante Jeanne Moreau.