Il ladro di Parigi

Orfano affidato allo zio Urbain (Christian Lude), Georges Randal (Jean-Paul Belmondo) al suo ritorno a Parigi scopre che il parente gli ha defraudato il patrimonio e gli nega la mano della cugina Charlotte (Geneviève Bujold). Per vendetta ruba dei gioielli e quando li rivende al finto abate Félix (Julien Guiomar), quest'ultimo lo presenta al ladro Roger-la-Honte (Paul Le Person), che istruirà il giovane nell'arte del furto. Gerges vi scoprirà un talento e una soddisfazione cui non potrà rinunciare nemmeno al ritorno dell'amata.

Non mancano certo lo stile e le facce giuste a questa commedia criminale ambientata sul finire dell'Ottocento, che trova in Belmondo un interprete accattivante anche se non sempre verosimile. Il risultato non risulta però memorabile forse perché, tra le tante strade possibili, Malle sceglie di… non scegliere: non spinge sulla comicità e non osa il melodramma, accontentandosi, forse, di realizzare un prodotto “carino” che potesse in maniera scanzonata fare da paradossale apologo per un malvivente mai cattivo o pericoloso. A conti fatti, nulla più di un gradevole aggiornamento delle vicende di Arsenio Lupin, adattate quel tanto che basta al gusto dell'epoca, a partire dal ruolo della fidanzata che finisce per essere complice e fiancheggiatrice.