God's Country
God's Country
Durata
95
Formato
Regista
Glencoe, Minnesota, 60 miglia a ovest di Minneapolis. Popolazione per l'80% di origine tedesca, comunità agricola, nove chiese. Questo il luogo in cui capita Malle, in un sabato di giugno del 1979, mentre si svolge la fiera del Paese. Resta a intervistare gli abitanti e ritorna sei anni dopo per vedere se sia cambiata la vita delle cinquemila anime che popolano la cittadina. Affiora l'amara verità della crisi che ha colpito le fattorie e ha scosso le certezze: tra chi profetizza (sbagliando, per fortuna) rivolte armate contro gli ebrei che controllano il mercato e chi dà dello stupido a Reagan, si è ormai impiantata l'idea che un futuro migliore per le nuove generazioni sia lontano da Glencoe.
Per questo progetto televisivo, realizzato applicando di fatto al cuore degli Stati Uniti il metodo di reportage sperimentato in India, Malle cerca di creare un flusso di coscienza alternando i ritmi e la struttura all'interno di un personale documentario. Il regista francese non si preoccupa di bilanciare primi piani, interviste e riprese “casuali” di cerimonie, pasti, lavoro e tempo libero, contemplando con seraficità i rituali e le convinzioni a volte involontariamente comici della cittadina. Fino a un quarto d'ora dalla fine sembra che i pregiudizi razziali, i condizionamenti sessuali, la scelta quasi obbligata dell'attività rurale abbiano fatto da scudo per preservare il benessere di questa isola in mezzo ai campi. Quando però il regista ritorna a metà degli anni '80, dopo il commovente incontro con l'anziana signora che ancora cura il suo giardino, la delusione corre dallo schermo allo spettatore, che forse fatica a simpatizzare con i più colpiti, di certo non troppo aperti mentalmente durante le prime interviste. Il regista nella seconda visita appare anche davanti alla camera e certi duetti (come le battute con l'inseminatore di vacche) restituiscono con genuinità il suo coinvolgimento personale. Niente di memorabile, ma resta un prodotto originale e ricco di spunti interessanti.
Per questo progetto televisivo, realizzato applicando di fatto al cuore degli Stati Uniti il metodo di reportage sperimentato in India, Malle cerca di creare un flusso di coscienza alternando i ritmi e la struttura all'interno di un personale documentario. Il regista francese non si preoccupa di bilanciare primi piani, interviste e riprese “casuali” di cerimonie, pasti, lavoro e tempo libero, contemplando con seraficità i rituali e le convinzioni a volte involontariamente comici della cittadina. Fino a un quarto d'ora dalla fine sembra che i pregiudizi razziali, i condizionamenti sessuali, la scelta quasi obbligata dell'attività rurale abbiano fatto da scudo per preservare il benessere di questa isola in mezzo ai campi. Quando però il regista ritorna a metà degli anni '80, dopo il commovente incontro con l'anziana signora che ancora cura il suo giardino, la delusione corre dallo schermo allo spettatore, che forse fatica a simpatizzare con i più colpiti, di certo non troppo aperti mentalmente durante le prime interviste. Il regista nella seconda visita appare anche davanti alla camera e certi duetti (come le battute con l'inseminatore di vacche) restituiscono con genuinità il suo coinvolgimento personale. Niente di memorabile, ma resta un prodotto originale e ricco di spunti interessanti.