Il bambino di Mâcon
The Baby of Mâcon
1993
Paesi
Gran Bretagna, Olanda, Francia, Germania
Generi
Drammatico, Grottesco
Durata
122 min.
Formato
Colore
Regista
Peter Greenaway
Attori
Julia Ormond
Ralph Fiennes
Philip Stone
Jonathan Lacey
Don Henderson
Tony Vogel
Italia, 1659. Di fronte alla corte di Cosimo III de' Medici (Jonathan Lacey), va in scena la cupa rappresentazione teatrale di un dramma medievale: a Mâcon, una donna vergine (Julia Ormond) sostiene di essere la madre naturale di un pargolo che, venerato come una divinità, sembra avere poteri soprannaturali. Tra realtà e finzione scenica, si consumerà una sanguinosa tragedia. Eccessivo, viscerale, granguignolesco (violenza, sessualità ferina, blasfemia), di un'aggressività tattile che la messinscena teatrale, giocata su due livelli, rende ancora più potente e disturbante. La percezione dell'artificio espressivo permette di abbandonarsi allo sfrenato barocchismo estetico che non risparmia simboli, allegorie erudite e riferimenti all'arte sacra accanto a liquidi organici, escrementi, animali squartati e volgarità verbali. In un'atmosfera tetra (dominata dal nero, dal rosso e dall'oro) che tende alla solennità liturgica, Greenaway rivisita con personalità il teatro filmato, allargando il concetto di inquadratura per il cinema attraverso l'idea di uno "spazio coreografico" che cerca di esaltare la profondità dell'immagine senza sperimentalismi in post-produzione. Il sesso, indissolubilmente legato alla morte, diventa qui anche strumento di dissacrazione religiosa (nel contrapporsi alla verginità) e manifestazione di ambizione, avidità, sfruttamento e brama di potere in seguito alla procreazione. Il cannibalismo della fede e l'oscuro disegno divino non erano mai stati affrontati con simile coraggio. Il lugubre rituale dello stupro è una sconvolgente pagina di grande cinema, che però creò non pochi problemi al regista gallese, accusato di sadismo e misoginia. Al notevole impatto visivo contribuiscono i sontuosi piani-sequenza e i rimandi alle tele di Rubens, Bellini, Caravaggio, Jan e Hubert van Eyck, Rosso Fiorentino. Il tema musicale principale è L'Orfeo di Claudio Monteverdi. Fotografia di Sacha Vierny. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes.
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