Shirin
Shirin
2008
Paese
Iran
Genere
Drammatico
Durata
92 min.
Formato
Colore
Regista
Abbas Kiarostami
Attori
Mahnaz Afshar
Pegah Ahangarani
Taraneh Alidoosti
Un pubblico composto quasi unicamente da donne assiste in un cinema a un film ispirato ai poemi epici persiani sulla principessa Shirin. Lo sviluppo della trama è raccontato attraverso gli sguardi delle spettatrici, senza che mai la macchina da presa inquadri lo schermo. Molta importanza nel cinema dell'iraniano Kiarostami è attribuita al fuori campo, a quello che resta fuori dall'inquadratura e che nell'inquadratura fa sentire la sua presenza mediante il suono. In questo titolo, punta di sperimentalismo tra le più radicali della sua filmografia, Kiarostami pone fuori campo letteralmente un intero film, lasciando che a raccontarcelo siano la sua colonna sonora e le espressioni del volto di 114 attrici iraniane. Nel mosaico di volti che compone la pellicola si intreccia un doppio canale dialettico: del film sulla principessa persiana con le spettatrici/attrici dentro il film di Kiarostami e delle spettatrici/attrici con noi spettatori del film di Kiarostami. Il risultato è un oggetto filmico spiazzante, coraggioso, indubbiamente ostico ma mai gratuito, che ridiscute in profondità il senso stesso dell'esperienza cinematografica in quanto tale. Sul piano del contenuto le tristi vicende della principessa Shirin alludono alla difficile condizione della donna in Iran e trovano un riflesso speculare nella molteplicità di sguardi femminili contemporanei di cui il film è sintesi. Tutte le donne inquadrate sono attrici iraniane di cinema e teatro. Uniche eccezioni di nazionalità e sesso quella della francese Juliette Binoche e dell'attore iraniano Homayoun Ershadi, protagonista per Kiarostami de Il sapore della ciliegia (1997).
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