The Stars at Noon
The Stars at Noon
2022
Paese
Usa
Generi
Drammatico, Thriller
Durata
135 min.
Formato
Colore
Regista
Claire Denis
Attori
Margaret Qualley
Joe Alwyn
Danny Ramirez
Benny Safdie
John C. Reilly
Nicaragua. In un clima di tensione politica e sociale legato a elezioni imminenti, la giornalista americana Trish (Margaret Qualley), rimasta bloccata nel Paese, entra in contatto con l'uomo d'affari britannico Daniel (Joe Alwyn). Tra i due si accende una tumultuosa passione e gli sviluppi di un misterioso intrigo internazionale portano la coppia a fuggire verso la Costa Rica.

Nello stesso anno del dramma intimista Both Sides of the Blade, Claire Denis porta sul grande schermo l'adattamento del romanzo The Stars at Noon (1986) di Denis Johnson, trasferendo l'azione dal 1984 ai giorni nostri. Il risultato è un pasticciatissimo thriller sentimentale che trascura in maniera consapevole il background politico su cui si muovono i personaggi per affrontare la vicenda da un punto di vista individuale, dando vita a uno sfuggente e sopra le righe ritratto femminile calato nella contemporaneità. Spostando l'azione dagli anni '80 ai giorni nostri, si perde la complessità dello sfondo politico e sociale legato alla Rivoluzione sandinista in Nicaragua, presente nella pagina scritta. Il film, tutto giocato sulla sensazione di smarrimento conseguente a un ambiente ostile e alla paura derivante dall'assenza di certezze nei rapporti umani, diventa così una sfacciata e pedestre riflessione sullo stravolgimento collettivo causato dalla pandemia di COVID-19. Sottolineando fin dalla prima sequenza la presenza di mascherine (usate dai personaggi per gran parte del tempo) e, quindi, di "un'anomalia" nella vita di tutti i giorni, il film sembra possa acquisire un minimo di senso solo in funzione di questa scelta, con l'intrigo posticcio che è solo un pretesto. In una vicenda priva di baricentro che più volte rischia di sfiorare il ridicolo involontario, si salvano solo la capacità di Denis si restituire, a tratti, il fascino selvaggio del paesaggio esotico, legandosi allo scontro di culture e al sottotesto colonialista spesso presente nelle sue opere. Anche lo studio epidermico sui corpi, solitamente affrontato dalla regista con eleganza e sguardo personale, appare annacquato, per non parlare della pochezza delle ripetute sequenze di sesso, con Margaret Qualley che si mostra in tutta la sua bellezza incappando però in un’interpretazione quasi sempre stonata e fuori tono. Di grande impatto la scena, che dà il titolo al film, in cui i due protagonisti ballano abbracciati nel club notturno deserto, ma per tutta la durata della pellicola la resa degli attori è imbarazzante e l’escalation costante di situazioni al limite del grottesco genera un patinato e stucchevole senso di estraniamento, risibile tanto sul piano del mélo a tinte forti quanto sul fronte della messa alla berlina dell’americanismo di certi approcci, affastellato a bella posa in dialoghi di poco elegante rozzezza. Nei personaggi di contorno tutti puntualmente tagliati con l’accetta si segnalano l’apparizione umbratile e sorniona di Benny Safdie nei panni di un rappresentante della CIA e un divertente cameo in videochiamata di un ipertricotico e capelluto John C. Reilly nei panni del capo della protagonista. Presentato in concorso al Festival di Cannes.
Maximal Interjector
Browser non supportato.