
Libera, amore mio!
Durata
110
Formato
Regista
Libera Valente (Claudia Cardinale), antifascista sanguigna e determinata, sfida il regime con il proprio comportamento anticonvenzionale. Dopo uno sgarbo a un gerarca, viene perseguitata e finisce al confino, combattendo con i partigiani e vedendo morire molti suoi compagni di lotta. Un'amara sorpresa la attende al ritorno.
Un anno prima di L'Agnese va a morire (1976) di Giuliano Montaldo, Mauro Bolognini (anche sceneggiatore con Nicola Badalucco e Luciano Vincenzoni) confeziona un'analoga storia su un'eroina incisiva e trascinante, contribuendo a rimpolpare il già affollato genere del "cinema di Resistenza". Interessanti alcuni tocchi ironici e picareschi, ma il passaggio tra i registri (l'ultima parte, amarissima e straziante) non è ben equilibrato e il ritmo risente di un certo impaccio, dovuto soprattutto alla ripetitività delle situazioni. Inutilmente macchinoso e non sempre coerente; il finale, in ogni caso, è di gran fattura. Cast in discreta forma, con una Claudia Cardinale perfettamente calata in un ruolo tutt'altro che facile. Adolfo Celi è Felice, padre di Libera; Philippe Leroy è Franco Testa. Colonna sonora di Ennio Morricone, fotografia di Franco Di Giacomo.
Un anno prima di L'Agnese va a morire (1976) di Giuliano Montaldo, Mauro Bolognini (anche sceneggiatore con Nicola Badalucco e Luciano Vincenzoni) confeziona un'analoga storia su un'eroina incisiva e trascinante, contribuendo a rimpolpare il già affollato genere del "cinema di Resistenza". Interessanti alcuni tocchi ironici e picareschi, ma il passaggio tra i registri (l'ultima parte, amarissima e straziante) non è ben equilibrato e il ritmo risente di un certo impaccio, dovuto soprattutto alla ripetitività delle situazioni. Inutilmente macchinoso e non sempre coerente; il finale, in ogni caso, è di gran fattura. Cast in discreta forma, con una Claudia Cardinale perfettamente calata in un ruolo tutt'altro che facile. Adolfo Celi è Felice, padre di Libera; Philippe Leroy è Franco Testa. Colonna sonora di Ennio Morricone, fotografia di Franco Di Giacomo.