7 dicembre 1941: i giapponesi attaccano la base militare americana di Pearl Harbor. L'indomani il governo statunitense pensa come contrattaccare.

Tratto dal debole romanzo di James Bassett, Prima vittoria è un film che utilizza Pearl Harbor come sfondo per parlare di altre tematiche, comprese le relazioni coniugali tra i militari e le loro mogli. Se in Exodus (1960), Otto Preminger era riuscito a gestire al meglio l'evento storico, dando il medesimo spazio al lato pubblico e a quello privato della vicenda, in questo caso sembra perdere spesso le redini del suo progetto anche a causa di un'eccessiva frammentarietà. Prima vittoria è un'opera dai toni crepuscolari, a cui non mancano sequenze ben fatte – soprattutto nelle battute iniziali – dal punto di vista spettacolare, ma la pellicola ha le gambe corte e il gioco non vale i 165 minuti di durata. Ricchissimo cast, un po' sprecato: da citare la presenza di Dana Andrews, attore feticcio di Preminger negli anni Quaranta, che torna a lavorare con il regista quattordici anni dopo il noir Sui marciapiedi (1950).
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