Il dominatore di Chicago

Chicago, anni Trenta. Thomas Farrell (Robert Taylor) è un claudicante avvocato di mezza età che si è arricchito lavorando per uno spietato boss della mala, Rico Angelo (Lee J. Cobb). L'incontro con la ballerina Vicky Gaye (Cyd Charisse) lo spinge a cambiare vita, ma uscire da quel mondo violento non sarà facile.

Nicholas Ray s'inserisce nel ricca produzione di gangster movie della seconda metà degli anni Cinquanta con un'opera di sfrontato romanticismo, decisamente audace nella rappresentazione dell'universo brutale in cui annaspano i due outsider protagonisti. È una favola adulta che racconta la redenzione di una coppia di antieroi disillusi e non più giovani (efficaci Robert Taylor e Cyd Charisse), regalando una baroccheggiante ricostruzione d'epoca e un villain d'antologia (bravo Lee J. Cobb) che sembra anticipare l'Al Capone/Robert De Niro de Gli intoccabili (1987, Brian De Palma). In questa sinfonia di morte caratterizzata da accesi scoppi di violenza ed elementi disturbanti insoliti in quegli anni (come il sangue che inonda la vasca da bagno della ragazza suicida), si vede la maturità di un regista abile a disegnare i personaggi e a sfruttare il simbolismo di scenografie e colori. Elemento particolarmente originale sono le digressioni musical che irrompono con le sensuali coreografie della Charisse, già diva-ballerina in opere come Spettacolo di varietà (1952) o Brigadoon (1954) di Vincente Minnelli. Non il miglior film di Ray, ma un gioiellino da non sottovalutare.